Le origini del laboratorio?

Il laboratorio nasce nel settembre 2015 all’interno della struttura di accoglienza Casa Ozanam dell’Associazione San Vincenzo de Paoli. L’obiettivo è creare uno spazio relazionale ed occupazionale destinato al reinserimento nel tessuto sociale cittadino delle donne e degli uomini senza dimora accolti presso le strutture della San Vincenzo, che si impegnano periodicamente nel recupero e nella vendita del materiale d’esubero donato all’associazione. 

Atelier Filò, aperto al pubblico una volta al mese in Via Gabriele Rosa 1 (Brescia), propone la vendita di borse, vestiti, piatti, pentole, giocattoli e moltissime occasioni imperdibili. Partner del progetto è l’Associazione Volontari del Sebino, che supporta le attività e gestisce il mercatino.

Perché il laboratorio?

L’obiettivo principale è sviluppare l’imprenditorialità femminile e maschile come soluzione dei problemi occupazionali di donne e uomini socialmente svantaggiati, offrendo formazione ed esperienza professionale. Il progetto mira alla creazione di occupazione sostenibile, al fine di favorire l’accesso degli ospiti al mondo del lavoro, migliorandone le condizioni di vita e promuovendo il processo di “integrazione” attraverso la pratica delle funzioni essenziali proprie del “diritto di cittadinanza”.

Atelier Filò prevede attività diurne che occupano gli ospiti delle case per tre mattine ogni settimana, favorendo un’occupazione in prima persona della giornata ed una strutturazione di contesti di vita “differenti” da quelli di strada e di accoglienza nelle quali gli ospiti sono abitualmente inseriti. Al momento l’Associazione inserisce circa sette persone al giorno, alcune delle quali segnalate dal Servizio Inclusione Lavorativa del Comune di Brescia.

Spazi e tempi adibiti al laboratorio offrono contesti relazionali alternativi a quelli che solitamente strutturano la vita dei nostri ospiti, dando a questi ultimi la possibilità di confrontarsi con persone differenti e di entrare in contatto con la cittadinanza ed il territorio cittadino che li ospita.

Durante le attività previste dall’Atelier, gli ospiti coinvolti imparano in gruppo nuovi mestieri, rimettono in circolo le abilità e le competenze che la vita di strada facilmente assopisce.

L’aspetto lavorativo è fondamentale per il reinserimento sociale. Molti ospiti risultano estranei da tempo al mondo del lavoro e necessitano di percorsi in cui possano confrontarsi con le più semplici regole e presupposti: rispettare un orario, collaborare con colleghe e colleghi, prendersi un impegno, portare a termine le proprie mansioni. Tali obiettivi sono proposti in un contesto protetto e agevolato dalla presenza dagli educatori.

Il laboratorio ha infine un obiettivo specifico rivolto alla città. I momenti di apertura al pubblico (le cui date sono pubblicate sui canali social) sono spazi in cui i cittadini possono conoscere una realtà differente e spesso silenziosa, sviluppando una nuova visione della problematica della marginalità e di chi vive in strada. Atelier Filò dà l’opportunità di conoscere la realtà della povertà non solo dal punto di vista dell’accoglienza e della carità, ma anche dal punto di vista dell’impegno personale, grazie alla condivisione di abilità e risorse personali che ciascuno possiede per migliorare il contesto territoriale.

In cosa consiste il laboratorio?

Le attività già avviate e consolidate sono:

  • Raccolta e cernita di abiti, cosmetici, bigiotteria e oggettistica;
  • Sistemazione e mantenimento dell’ordine dei magazzini;
  • Mercatino interno alla struttura e mercatini in città: l’Atelier Filò è aperto alla cittadinanza una domenica al mese e il ricavato viene utilizzato per dare un aiuto economico agli ospiti che hanno lavorato per la realizzazione.

I concetti alla base del progetto sono riciclo, recupero e riutilizzo.

Riciclo: il termine stesso evidenzia la continuazione di un ciclo, quello o vitale di un prodotto altrimenti destinato a giacere in discariche aumentando montagne di spazzatura. Spezzare o, almeno rallentare quella sequenza che ci spinge a produrre e consumare nel più breve tempo possibile un oggetto e disfarcene, per poi comprarne un altro di uguale utilizzo alimentando una produzione di massa non più incentrata sull’individualità del lavoratore e sul rispetto ambientale, ma su enormi catene di montaggio dove spesso l’operaio, costretto per ore a ripetere gli stessi gesti, ignora il destino di ciò che produce. Inutile parlare degli enormi costi ambientali in termini di produzione, energia, sostanze tossiche spesso utilizzate, inquinamento dovuto a un uso massiccio dei trasporti.

Recupero: raccogliamo tanti vestiti ed oggetti dismessi per recuperarli artigianalmente. A volte trasformandoli, altre volte scucendoli ed utilizzando il materiale per produrne di nuovi, così una gonna diventa un pantalone o un bracciale, una maglietta diventa una borsa, vecchie viti e rondelle parti di una collana, catene e perle parti decorative di una giacca.

Riutilizzo: i nostri prodotti sono riutilizzati e riutilizzabili, quindi continuano ad avere una funzione. All’interno del laboratorio sono stati avviati corsi di cucito rivolti sia a persone esterne sia agli ospiti delle Case. Lo scopo di questi corsi è di insegnare come recuperare e riciclare, traendone un giovamento economico e una certa indipendenza di acquisto, oltre che formare professionalmente gli ospiti della casa e quindi creare nuove prospettive di lavoro.

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